APP Marketing: i 3 errori più comuni dei nuovi sviluppatori

Sono circa 60mila le app che ogni mese vengono aggiunte agli store per dispositivi Android e iOS, e il dato è in continua crescita, con gli sviluppatori attratti dall’idea di poter ottenere fama e fortuna a breve termine. L’unico dato certo, tuttavia, è che le milioni di applicazioni già presenti rendono davvero difficile raggiungere l’obiettivo della notorietà.

È possibile avere una grande idea, questo è certo, tramutarla concretamente in un’app e renderla disponibile negli store, ma non basta. Per sfondare bisogna disporre di dati, dedicarsi al marketing e all’ottimizzazione delle parole chiavi. Indispensabile è conoscere i proprio competitor e riuscire a mettere a punto la propria strategia.

E di sviluppatori che si approcciano per la prima volta in questo vasto e differenziato panorama tendono molto spesso a commettere degli errori marchiani, che ne rallentano, e non poco, le possibilità di scalare posizioni nei ranking. Vediamo nello specifico i 3 errori più diffusi e le strategie per evitarli.

Concentrarsi troppo sull’idea

La passione e l’entusiasmo sono delle vere e proprie doti, indispensabili per poter raggiungere i propri scopi, ma accade che troppo spesso gli sviluppatori si crogiolino sin troppo sulle proprie idee.

Quando ci si convince troppo del proprio punto di vista e si esalta la propria creazione, si tende a sottovalutare, o a non prendere completamente in considerazione, le moltissime variabili e influenze che permetterebbero alla propria app di ottenere successo.

Ci si convince che non ci sia nulla di meglio della propria idea, che sia infallibile e si è portati a chiudere gli occhi su quello che sta succedendo sul mercato.

Non ci sono solo le idee insomma: per avere successo negli store, bisogna valutare con attenzione quali siano i trend del mercato e adattare le proprie creazioni a ciò che i consumatori vogliono e di cui hanno stretta necessità.

Non esistono degli utenti teorici, che potrebbero volere ciò che il nostro prodotto garantisce, bensì utenti reali che sanno quello che vogliono. E quello pretendono. Quindi è importante non snaturare la propria idea, adattandola, però, al contesto.

È fondamentale rispondere presente alle esigenze degli utenti, anche se la visione originale del nostro progetto non è propriamente in linea con esse. Mai ragionare per compartimenti stagni, quindi, bensì sacrificare all’occasione la propria idea, per avere un riscontro degno di nota.

Ignorare il panorama dei competitor

È un dato di fatto che ci siano milioni di applicazioni di grande valore lì fuori e troppo spesso, specie i noobie, tendono a sottovalutare questo piccolo particolare.

Emergere dalla folla e farsi notare richiede di stare sopra tutti i propri competitor, individuandoli uno per uno ed osservando con scrupolosa attenzione quello che propongono e come lo fanno.

Valutare ogni singolo particolare richiede tempo, ma è una strategia che, alla lunga, dà i suoi frutti. Bisogna prendersi il proprio tempo e andare oltre ciò che è visibile in superficie. Una strategia? Porsi delle domande e cercare di darsi delle risposte efficaci:

  • Quali sono le migliori pratiche che si possono apprendere dai competitor?
  • Cosa potrebbe funzionare e cosa no nella propria strategia?
  • Perché gli utenti dovrebbero scegliere un’app competitor anziché la propria?
  • Quanti sono i competitor? La nostra idea potrebbe sbaragliare la concorrenza?

Si tratta di una buona pratica, quella di controllare periodicamente le recensioni e le performance dei propri competitor. È una strategia che permette di valutare quale sia il miglior modo per riuscire a “stare in alto”. Battendo la propria concorrenza diretta.

Sbagliare la misurazione

Nella storia degli app store, il CPI, ovvero il costo per installazione, è stata la metrica per la quale vivere o morire. Si tratta di una metrica che bada solo alla quantità, ed è ben noto che non sia il modo più efficace, al giorno d’oggi, per costruire un business mobile sostenibile e di successo.

Studi come quelli riportati da MarketingProfs dimostrano come il CPI sia il peggior modo per acquisire utenza.

La ricerca, che è stata sviluppata analizzando 230 sviluppatori, 9mila app e quasi 400 milioni di utenti attivi ogni mese, ha dimostrato come la maggior parte delle applicazioni perdano l’85% delle persone acquisite entro i 30 giorni dopo l’installazione nel proprio device mobile. E il costo per acquisire utenti mobili, nel corso del tempo, è cresciuto e sta continuando ad incrementare in maniera sensibile.

Gli sviluppatori di nuove app sono spesso attratti dai grossi numeri, ma alla lunga (e neppure troppo), finiscono col perdere delle vere e propizie occasioni di successo. Ogni singola interazione di utenti con la propria app, infatti, è un’ottima opportunità per imparare, cresce e riuscire, con il tempo, a migliorare le proprie capacità e competenze.

Anziché insistere, quindi, soffermandosi troppo sul CPI, è importante monitorare i dati di attività dei propri utenti.

  • Come stanno interagendo gli utenti con la propria app?
  • Stanno facendo acquisti, sfruttando servizi o scrivendo recensioni?

I parametri più importanti da tenere in considerazione e monitorare con buona costanza sono la CPA, ovvero il cost per action, e l’utilizzo dell’app da parte dell’utenza. È essenzialmente sulla base di queste due metriche che è possibile condurre la propria app al successo sperato. Ma la strada, ormai vi sarà chiara, è pur sempre in salita.

Conclusione

Una buona strategia è pensare al proprio obiettivo, e fare il percorso a ritroso dall’evento desiderato. In questo modo è possibile capire cosa fare, step by step, per raggiungere il traguardo. E osservare con attenzione qual è la tipologia di utente che sfrutta maggiormente il proprio prodotto: in questo modo sarà possibile targetizzarla, impostando, di conseguenza, una campagna di web marketing di maggior successo.

Ogni applicazione che viene inserita all’interno di uno store ha la possibilità di diventare un’app di grande successo.

Essendo lungimiranti sui dettagli essenziali riguardanti l’ottimizzazione, come le parole chiave, i titoli, le località, i competitor, il tempo, e molte al tre ancora, è possibile raggiungere in maniera concreta un buon livello di visibilità all’interno dello store di riferimento.

Ciò che non deve mancare, per il successo, è l’impegno e l’osservazione costante dell’andamento delle dinamiche del mercato, senza dare mai nulla per scontato.

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